«Le liste d’attesa rimangono una spina nel fianco dell’Asl 13»
Il Gazzettino 29.07.2011 Il Tribunale dei Diritti del Malato all’attacco.
Liste d’attesa per visite e prestazioni all’Asl 13 sempre in primo piano. Pazienti con priorità B, (prestazione entro 10 giorni), costretto a consegnare personalmente l’impegnativa al Cup e aspettare una telefonata. «Le liste di attesa rimangono una spina nel fianco dell’azienda sanitaria di Dolo e Mirano – denuncia Sandra Boscolo del Tribunale dei Diritti del Malato della Riviera –
come pure il Tavolo tecnico della quale convocazione siamo in attesa da ben 18 mesi». Le polemiche sollevate da un paziente per una visita oncologica e la successive assicurazioni sulle liste sempre aperte da parte del direttore generale dell’Asl 13 Arturo Orsini hanno provocato una reazione da parte del Tribunale dei Diritti del Malato. «Per alcune prestazioni con priorità B – dichiara la Boscolo – viene richiesto di depositare l’impegnativa all’Ufficio prenotazioni e viene fissato l’appuntamento solo dopo la rivalutazione interna. L’utente viene poi richiamato per comunicargli la data ma talvolta accade anche che ci si dimentichi di richiamarlo o che questi non sia raggiungibile in quel momento. Proprio ieri ad una paziente con priorità B per una mammografia e con codice 048 (oncologico) è stata invitata a recarsi allo sportello per depositare l’impegnativa. Non è possibile inviare un fax e per un malato oncologico spostarsi solo per consegnare un’impegnativa non è certo un bel servizio. La procedura corretta vorrebbe inserimento nella lista di attesa al momento stesso della richiesta della prenotazione». Immediata la replica dell’Asl 13 che precisa come troppo spesso il paziente chiede espressamente di effettuare la visita con un medico specifico e nella sede desiderata mentre invece la lista è aperta ma con possibilità di ricedere la prestazione nell’Asl 13 ossia a Dolo oppure che a Mirano o Noale. «La liste sono aperte ma il paziente non si può pretendere sede e medico specifico per la visita – spiega la dottoressa Vania Noventa Cup Manager dell’Asl 13. – Quanto alle priorità B è vero, cerchiamo di ritirarle tutte e di organizzare la prestazione garantendo i 10 giorni, ma per un problema di privacy, e capisco che sia disagevole, l’impegnativa non può essere inviata via fax». (L.Gia.)
file:// Data: 20/04/2012 Autore: Luisa Giantin Testata: Il Gazzettino «L’ospedale rischia l’agonia» Sanità in crisi per i tagli all’assistenza oncologica e l’inaccessibilità alle liste d’attesa «L’ospedale di Dolo non potrà sopravvivere ancora a lungo se non ci sarà un potenziamento dei servizi che sono stati impoveriti o tagliati». Il Tribunale dei diritti del Malato della Riviera interviene sul dibattito attorno alle esigue risorse all’ospedale di Dolo che minerebbero il futuro della struttura ospedaliera. «E’ da tempo che avvertiamo cittadini e soprattutto istituzioni di questo pericolo – spiega Sandra Boscolo coordinatrice del Tribunale. – Ora più che mai è urgente una campagna per il recupero di risorse indispensabili a curare il respiro della sanità del nostro territorio. Invitiamo i cittadini a far sentire la propria voce, invitiamo le Associazioni a collaborare per azioni comuni in difesa dell’ospedale: uno da solo va veloce, tanti insieme vanno lontano». Secondo la Boscolo non solo il nosocomio della Riviera non gode ottima salute «ma i recenti tagli effettuati anche alle “unghie” minano nel breve termine la salute dei cittadini spesso costretti a riversarsi in altre strutture. Tagli all’assistenza domiciliare oncologica – spiega la Boscolo – difficoltà per ottenere gli ausili previsti, l’annosa difficoltà per l’accesso alle liste di attesa ed altro sono il caro prezzo che i cittadini dell’Asl 13 sono costretti a pagare oltre ai nuovi tiket imposti dalla Regione. I tagli al tetto di spesa per il privato, di cui poco si parla, aumenteranno il problema delle liste d’attesa perché anche i cittadini che “possono pagarsi” la salute troveranno minore offerta». Insomma non si tratta solo di sale operatorie, ma dell’intero sistema che va sostenuto per garantire un servizio sanitario adeguato in Riviera. «Già due anni fa il Tribunale del malato aveva acceso una raccolta firme per dire no ai tagli alla Sanità – ricorda la coordinatrice del Tribunale – stigmatizzando quanto la quota pro capite, inferiore di circa 160 euro rispetto alla media regionale percepita dalle altre Ulss venete, costringesse al ridimensionamento e ai tagli. Ora serve l’apporto di tutti e bene hanno fatto i primari e i sindaci a mobilitarsi».