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GIORNATA EUROPEA 2017
I nuovi LEA sulla Gazzetta
I nuovi Lea sulla Gazzetta. Il testo, gli allegati e tutte le novità delle prestazioni offerte dal Ssn
Sbarcano finalmente in Gazzetta i nuovi Lea firmati da Gentiloni il 12 gennaio scorso. Moltissime le novità per una spesa aggiuntiva del Ssn finanziata con 800 milioni di euro vincolati. Il provvedimento interviene su quattro fronti: 1. definisce attività, servizi e prestazioni garantite ai cittadini dal Ssn; 2. descrive con maggiore dettaglio e precisione prestazioni e attvità oggi già incluse nei Lea; 3. ridefinisce e aggiorna gli elenchi delle malattie rare e delle malattie croniche e invalidanti che danno diritto all’esenzione; 4. innova i nomenclatori della specialistica ambulatoriale e dell’assistenza protesica. E Lorenzin istituisce una nuova task force per monitorarne l’applicazione. IL TESTO IN GAZZETTA.
18 MAR – Nomenclatore protesico, fecondazione assistita eterologa ed omologa, nuovi vaccini (come l’anti Pneumococco, l’anti Meningococco e l’anti Varicella, ed estende quello per il Papillomavirus anche agli adolescenti maschi), screening alla nascita, esenzione dal ticket per chi soffre di endometriosi.
Novità anche per la Pma con l’eterologa che entra a pieno titolo nelle prestazioni del Ssn. E non solo, la celiachia passa invece dall’elenco delle malattie rare a quelle croniche. E poi esenzioni per ulteriori 118 malattie rare e revisione dell’elenco delle malattie croniche con l’aggiunta di 6 patologie tra cui la Broncopneumopatia. Novità sul anche trattamento dell’autismo e sull’appropriatezza prescrittiva. Previsti anche i trattamenti contro la ludopatia, le cure per l’adroterapia per la cura dei tumori e la terapia del dolore
Queste sono solo alcune delle nuove prestazioni sanitarie che il Servizio sanitario nazionale dovrà garantire secondo quanto previsto dal Dpcm sui nuovi Livelli essenziali di Assistenza (Lea), le cure e prestazioni garantite ai cittadini gratuitamente o pagando un ticket.
L’impatto del corposo Dpcm è stato valutato dal Governo in 800 mln (vincolati al Fsn) ma dalle Regioni, nonostante l’intesa sottoscritta lo scorso anno, i dubbi sono elevati sul fatto che le risorse non sono sufficienti: secondo gli Enti locali per garantire il nuovo pacchetti di prestazioni sono necessari almeno 1,6 mld.
Con i nuovi Lea viene istituita anche la Commissione nazionale Lea che avrà il compito ogni anno di aggiornare (aggiungere o togliere) la lista dei livelli essenziali.
E’ inoltre in arrivo un decreto ministeriale che istituisce una task force composta da Ministero, Iss, Aifa, Agenas e Nas per un costante monitoraggio dell’applicazione dei nuovi Lea in tutte le Regioni con report trimestrali al ministro (vedi il testo in anteprima).
Ecco in sintesi le novità dei Nuovi Lea e del Nomenclatore della specialistica e delle protesi:
Il nuovo nomenclatore della specialistica ambulatoriale
Il nuovo nomenclatore provvede al necessario e atteso aggiornamento del nomenclatore disciplinato dal decreto ministeriale 22 luglio 1996, includendo prestazioni tecnologicamente avanzate ed eliminando quelle ormai obsolete.
Vengono introdotte numerose procedure diagnostiche e terapeutiche che nel 1996 avevano carattere quasi “sperimentale” oppure erano eseguibili in sicurezza solo in regime di ricovero, ma che oggi sono entrate nella pratica clinica corrente e possono essere erogate in ambito ambulatoriale.
– individua chiaramente tutte le prestazioni di procreazione medicalmente assistita (PMA) che saranno erogate a carico del Servizio sanitario nazionale (fino ad oggi erogate solo in regime di ricovero)
– rivede profondamente l’elenco delle prestazioni di genetica e, per ogni singola prestazione, fa riferimento ad un elenco puntuale di patologie per le quali è necessaria l’indagine su un determinato numero di geni
– introduce la consulenza genetica, che consente di spiegare al paziente l’importanza ed il significato del test al momento dell’esecuzione, le implicazioni connesse al risultato al momento della consegna del referto ed, eventualmente, di fornire allo stesso il sostegno necessario per affrontare situazioni spesso emotivamente difficili
– introduce prestazioni di elevatissimo contenuto tecnologico (adroterapia) o di tecnologia recente (enteroscopia con microcamera ingeribile, radioterapia stereotassica)
Il nuovo nomenclatore dell’assistenza protesica.
Il nuovo nomenclatore dell’assistenza protesica consentirà, tra l’altro, di prescrivere:
– ausili informatici e di comunicazione (inclusi i comunicatori oculari e le tasIere adaEate per persone con gravissime disabilità)
– apparecchi acustici a tecnologia digitale
attrezzature domotiche e sensori di comando e controllo per ambienti
(allarme e telesoccorso)
– posaterie e suppellettili adattati per le disabilità motorie, barella adattata per la doccia, scooter a quattro ruote, carrozzine con sistema di verticalizzazione, carrozzine per grandi e complesse disabilità, sollevatori fissi e per vasca da bagno, sistemi di sostegno nell’ambiente bagno (maniglioni e braccioli), carrelli servoscala per interni
– arti artificiali a tecnologia avanzata e sistemi di riconoscimento vocale e di puntamento con lo sguardo
Revisione dell’elenco delle malattie rare
Il provvedimento prevede un consistente ampliamento dell’elenco delle malattie rare, realizzato mediante l’inserimento di più di 110 nuove entità tra singole malattie rare e gruppi di malattie Ad esempio, sono inserite nell’elenco: la sarcoidiosi; la sclerosi sistemica progressiva; la miastenia grave. Da notare come le prestazioni concernenti le malattie rare sono erogate in regime di esenzione.
Revisione dell’elenco delle malattie croniche
Importanti revisioni sono apportate anche all’elenco delle malattie croniche. Ad esempio:
– sono introdotte sei nuove patologie esenti: sindrome da talidomide, osteomielite cronica, patologie renali croniche, rene policistico autosomico dominante, endometriosi negli stadi clinici “moderato” e “grave”, broncopneumopatia cronico ostruttiva negli stadi clinici “moderato”, “grave” e “molto grave”
– vengono spostate tra le malattie croniche alcune patologie già esenti come malattie rare, quali: malattia celiaca, sindrome di Down, s. Klinefelter, connettiviti indifferenziate
Per la maggior parte delle malattie incluse nell’elenco sono individuate una serie di prestazioni fruibili in esenzione. Per alcune particolari mala sono individuate puntualmente in quanto le necessità assistenziali dei pazienti sono estese e variabili. In tal caso, per garantire una maggiore flessibilità assistenziale, il medico le individuerà di volta in volta
Vaccini.
Vi è l’introduzione di nuovi vaccini (come: anti-Papillomavirus, anti- Pneumococco, anti-Meningococco) e l’estensione a nuovi destinatari (ad esempio, per il Papillomavirus il vaccino viene erogato anche agli adolescenti maschi)
Screening neonatale.
Vi è l’introduzione dello screening neonatale per la sordità congenita e la cataratta congenita e l’estensione a tutti i nuovi nati dello screening neonatale.
Endometriosi.
Viene previsto l’inserimento dell’endometriosi nell’elenco delle patologie croniche ed invalidanti, negli stadi clinici “moderato” e “grave”. Di conseguenza, si riconosce alle pazienti il diritto ad usufruire in esenzione di alcune prestazioni specialistiche di controllo. Si stimano circa 300.000 esenzioni
Celiachia.
La celiachia diviene, da malattia rara, una malattia cronica.
Ciò in quanto il percorso diagnostico di tale patologia non risulta, ad oggi, tortuoso, lungo e oneroso come avviene per i malati rari.
– sono mantenute in esenzione tutte le prestazioni di specialistica ambulatoriale comprese nei LEA, utili al monitoraggio della patologia e alla prevenzione delle complicanze e degli eventuali aggravamenti.
– come per tutte le malattie croniche è sufficiente una certificazione di malattia redatta da uno specialista del Servizio sanitario nazionale per ottenere il nuovo attestato di esenzione
Viene mantenuta la disciplina della concessione degli alimenti ai celiaci
Autismo.
Il nuovo schema di decreto recepisce la legge n. 134 del 2015, che prevede l’aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza per la diagnosi precoce, la cura e il trattamento individualizzato dei disturbi dello spettro autistico
Procreazione medicalmente assistita.
Sino ad oggi le prestazioni di procreazione medicalmente assistita erano erogate solo in regime di ricovero. Per il futuro:
– viene previsto l’inserimento nel nomenclatore della specialistica ambulatoriale di tutte le prestazioni necessarie nelle diverse fasi concernenti la procreazione medicalmente assistita, omologa ed eterologa.
– Tutte le prestazioni di raccolta, conservazione e distribuzione di cellule riproduttive finalizzate alla procreazione medicalmente assistita eterologa sono a carico del Servizio sanitario nazionale.
Le risorse.
Gli 800 milioni di euro stanziati dalla legge di stabilità vengono, quindi, allocati nei 3 livelli assistenziali, destinando:
– 600 milioni per l’assistenza distrettuale (così suddivisi: specialistica 380 milioni, protesi 153 milioni);
– 220 milioni di euro per la prevenzione sanitaria (vaccini);
– I 20 milioni di euro aggiuntivi derivano da un risparmio dovuto al trasferimento di prestazioni dall’assistenza ospedaliera ad altri ambiti assistenziali.
Per l’analisi dettaglita di tutte le novità vai agli allegati pubblicati di seguito.
18 marzo 2017
© Riproduzione riservata
Rsa. La retta di ricovero dei malati di Alzheimer la deve pagare il Ssn. Sentenza del Tribunale di Monza
Il caso e’ stato sollevato dai famigliari di una donna malata di Alzheimer che avevano ricevuto un decreto ingiuntivo, chiesto dalla Rsa, che li intimava di pagare 39.274,66 euro a saldo della retta di ricovero della madre. Ma per i giudici, le prestazioni erogate alla donna erano prevalentemente di carattere sanitario e, in quanto tali, a carico del Ssn. La sentenza
21 MAR – In base alla riforma sanitaria del 1978 “tutti i cittadini hanno diritto alla erogazione gratuita delle prestazioni di carattere sanitario” e “l’art. 30 della legge n. 730 del 1983 dispone poi che sono a carico del Fondo sanitario nazionale gli oneri delle attività di rilievo sanitario connesse con quelle socio assistenziali”. È sulla base di questo che i giudici del Tribunale di Monza hanno annullato un decreto ingiuntivo chiesto da una Rsa di Monza a saldo della retta di una anziana malata di Alzheimer e addirittura condannato la Rsa a restituire circa 2.500 euro di rette pagate più gli interessi legali.
Il caso era stato sollevato dai famigliari di una donna malata di Alzheimer che avevano ricevuto un decreto ingiuntivo, chiesto dalla Rsa di Monza, presso la quale la madre era ricoverata, con il quale si intimava di pagare 39.274,66 euro saldo della retta di ricovero, oltre interessi e spese.
Nella sentenza i giudici si sono rifatti all’indirizzo che la Cassazione ha assunto in passato e confermato nel 2016. Indirizzo che stabilisce che i costi delle attività assistenziali che siano strettamente connesse ad attività di rilievo sanitario devono essere a carico del Servizio Sanitario Regionale. In pratica chi viene ricoverato in RSA e, oltre alla permanenza assistita in struttura riceve anche cure mediche, non deve pagare nulla.
Per l’avvocato Giovanni Franchi di Parma uno degli elementi che rende ulteriormente importante questa sentenza è che è una delle prime pronunciata da giudici di merito senza bisogno di ricorso in Cassazione. Segno inequivocabile della certezza di questo importante indirizzo stabilito dalla norma imperativa ex art.1418 del Codice Civile e ribadito dalla Cassazione già nel 2012, con la sentenza 4558.
“Purtroppo – afferma l’avvocato in una nota – la maggioranza delle RSA continua a ignorare questo principio, impegnando il malato o i familiari al pagamento di una retta per le prestazioni assistenziali. I Comuni, cui queste strutture se pubbliche fanno capo, continuano quindi a rivalersi, spesso dopo il decesso del paziente, domandando in un’unica soluzione le rette, per ingenti somme di denaro. Da ricordare che sono, invece, i malati o i loro eredi che hanno pagato per loro, a poter chiedere la restituzione di quanto corrisposto. E la sentenza ottenuta a Monza lo conferma”.
21 marzo 2017
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Dopo tre anni riceve una richiesta di ticket
Bimbo rovinato dal falso medico. Paghera’ anche l’Usl. Tribunale del malato parte civile
Bimbo rovinato dal falso medico. Pagherà anche l’Usl. Tribunale del malato parte civile
Rigettata la domanda dell’azienda sanitaria che dovrà rispondere in solido in caso di condanna del falso ginecologo
DOLO. Qualora il falso ginecologo Andrea Stampini (nella foto in basso) – in realtà diplomato geometra – venga condannato dal tribunale di Venezia, anche l’ex Usl 13 di Mirano (oggi confluita nell’azienda sanitaria Serenissima) dovrà rispondere in solido – assieme all’imputato – al risarcimento dei danni alla famiglia del bimbo di Camponogara (difesa dagli avvocati Giorgio Bortolotto e Silvia Sorrentino) rimasto menomato durante il parto avvenuto il 26 dicembre 2014 con la supervisione di Stampini, ed a “Cittadinanzattiva – Tribunale del Malato”, che si è costituita parte civile con l’avvocato Tiziana Ceschin.
Ieri il giudice monocratico Enrico Ciampaglia ha rigettato la richiesta presentata nella scorsa udienza dall’avvocato dell’azienda sanitaria, Giuseppe Sarti, che aveva chiesto di estromettere l’Usl chiamata in causa in qualità di responsabile civile. Secondo il legale, infatti, anche l’azienda sanitaria è stata danneggiata dal falso ginecologo che non era dipendente dell’allora Usl di Dolo-Mirano, ma lavorava in convenzione dopo essere stato reclutato da una ditta che fornisce personale sanitario per i turni a chiamata. Proprio per questo l’Usl ha già denunciato Stampini per truffa aggravata ed esercizio abusivo della professione. Il difensore dell’azienda sanitaria, presentando le eccezioni, ha sostenuto anche il fatto che il contratto di lavoro tra l’Usl e Stampini, in virtù della mancata laurea, non era valido. E proprio per questo, l’azienda sanitaria non deve risarcire nulla.
Altra eccezione sollevata dall’avvocato Sarti sulla formulazione del capo di imputazione. Ma il pubblico ministero si è battuto per evidenziare che il falso specialista deve rispondere di lesioni gravissime per negligenza ed esercizio abusivo della professione.
Il giudice Ciampaglia non ha accolto le eccezioni: l’attuale azienda sanitaria Serenissima, dunque, se Stampini dovesse essere condannato, risponderà in solido dei danni.
Il processo al finto medico che ha operato per 40 anni nella sanità pubblica anche come primario entrerà nel vivo il 5 maggio: ieri il giudice ha ammesso di sentire, in qualità di testimoni, la mamma del bambino rimasto menomato per le conseguenze del parto naturale voluto a tutti i costi da Stampini e gli agenti di polizia giudiziaria che seguirono le indagini. I danni patiti dalla famiglia del piccolo verranno quantificati in sede di perizia medico-legale e verranno richiesti alla conclusione del procedimento.
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Mai piu’ queste pratiche sui pazienti. Tribunale del malato parte civile
INPS Venezia versati i soldi a un’altra persona
Legato al letto, muore: in due vanno a processo
Legato al letto, muore: in due vanno a processo
PONTE DI BRENTA. Il medico non aveva prescritto l’uso del cosiddetto “mezzo di contenzione”. Eppure un’infermiera Maria Rosaria Pedone 27enne di Trinitapoli (in Puglia) e un’operatrice sanitaria Annamaria Dalla Riva, 52 di Ponte San Nicolò, avevano deciso di legare al letto il paziente della casa di riposo Breda in via Ippodromo 2 a Ponte di Brenta gestita dall’Istituto Configliachi, assumendosi una responsabilità che non competeva loro.
E, per di più, omettendo di controllare la condizione dell’ospite nel corso della notte e il corretto posizionamento di quello strumento contenitivo. Così nel disinteresse totale si è consumata la tragedia: Graziano Zilio, ex infermiere 61enne di Dolo, aveva tentato inutilmente di liberarsi.
Anzi, stringendo involontariamente sempre più intorno a se stesso quella cintura fissata con bende al letto, è morto soffocato contro tra la spondina per un’insufficienza cardio-respiratoria acuta provocata da quella posizione. Era il 12 febbraio 2014.
Ora le due donne sono finite a processo davanti al giudice di Padova Nicoletta De Nardus che, ieri, ha ammesso come parte civile il tribunale per i Diritti del malato rappresentato dall’avvocato Tiziana Ceschin di Venezia, mentre si erano già costituiti parte civile i figli della vittima, difesi dall’avvocato Giorgio Bortolotto, e la vedova, tutelata dall’avvocato Silvia Sorrentino.
I familiari hanno citato pure come responsabile civile l’Istituto Configliachi (difeso dall’avvocato Michele Godina). Maria Rosaria Pedone (difesa dall’avvocato Fabio Pinelli) e Annamaria Dalla Riva (difesa dagli avvocati Lorenzo Locatelli e Elisa Polato) sono accusate di cooperazione in omicidio colposo in quanto avevano legato al letto il 61enne in assenza di una prescrizione medica e delle condizioni eccezionali e di urgenza che giustificano il ricorso alle cinghie contenitive durante il riposo notturno.
Il paziente era stato dimesso tre giorni prima, il 7 febbraio, dal reparto di Psichiatria dell’ospedale di Dolo con la certificazione di un “parziale ma soddisfacente miglioramento del quadro di ingresso con tranquillizzazione del paziente e sostanziale docilità e facile gestibilità comportamentale”.
Forse quella notte Graziano Zilio, ricoverato in una stanza singola, aveva manifestato qualche forma di irrequietezza ma il medico di turno non era mai stato informato. E, secondo la procura che ha chiesto il rinvio a giudizio, le due dipendenti avevano fatto tutto in piena autonomia tralasciando qualsiasi controllo nei confronti dell’ospite che avrebbe dovuto essere monitorato.
Tanto che il pm Roberto D’Angelo, titolare dell’inchiesta, ha contestato la mancata sorveglianza e la mancata assistenza indispensabili per interrompere «lo stato di prostrazione fisica e psichica del paziente». Pm che la mattina del ritrovamento, avvenuto intorno
alle 5.30, era andato a fare un sopralluogo nella casa di riposo: il decesso sarebbe avvenuto tra le 2.30 e le 4.30.
Un decesso che non ha mai convinto i familiari che hanno presentato la denuncia destinata a innescare l’inchiesta. Il processo entrerà nel vivo il 21 settembre.
Falso ginecologo. Il Tribunale del malato chiede il sostegno economico dell’Azienda Sanitaria
Falso ginecologo. Il Tribunale del malato chiede il sostegno economico dell’Azienda Sanitaria
Si è svolta venerdì 20 gennaio l’udienza al Tribunale di venezia indetta contro il falso ginecologo Andrea Stampini che ha operato anche nel reparto di ginecologia di Dolo. L’udienza, però, non è stata dibattuta ed è rinviata al 3 prossimo marzo. Sull’argomento è intervenuta anche la presidentessa Sandra Boscolo del Tribunale del malato, che ha osservato. L’Azienda sanitaria, citata quale responsabile civile nel processo penale per il risarcimento dei danni conseguenti alle gravissime lesioni subite da E. alla sua nascita, avvenuta per mano del sedicente medico Andrea Stampini, in servizio presso l’Ostetricia dell’Ospedale di Dolo quella fatidica sera del 26 dicembre 2014, ha chiesto di essere estromessa dal processo negando ogni suo coinvolgimento.
I genitori di E. si sono affidati alle cure e all’assistenza dei medici ospedalieri facendo affidamento sulla garanzia di sicurezza che ogni cittadino si attende da una struttura pubblica ed è per loro doloroso constatare che nessuno paia farsi carico dell’accaduto. La famiglia è lasciata sola a sostenere il peso dei gravosi impegno che richiedono la migliore cura e la migliore assistenza di E per assicurargli il meglio della vita E deve fare i conti con la grave disabilità che gli è stata procurata e i genitori si trovano costretti a sostenere il processo per far valere le loro ragioni.
E’ disarmante, – conclude la presidente del Tribunale del malato della Riviera del Brenta Sandra Boscolo – che l’Azienda non voglia riconoscere le proprie responsabilità dell’evento avverso pur essendosi fatta carico della nascita del bambino”.
L.P.